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ESCHE / ARTIFICIALI
TAG: seaspin eja 100 sf
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L'Eja 100SF della Seaspin si presta sia ad un recupero attivo lineare o animato da piccole e ritmate jerkate ma non è mai statico neanche durante le fasi di lenta risalita, quando un impercettibile rollio sull'asse verticale lo rende irresistibile all'occhio del predatore. L’ Eja 100 è lungo 100mm. per un peso totale di 10 grammi , la sua armatura in acciaio è passante ed è dotato di tre ancorette "super-sharp" 2x del numero 8. La sua profondità di nuoto varia da 30 a 90 centimetri, e questo in base alla velocità di impiego, all'altezza della postazione di pesca, alla dimensione di treccia/nylon e finale e all'inclinazione della canna rispetto all'asse orizzontale e alla distanza tra noi e l'esca. Eja in lingua sarda significa "SI" ... e dopo Eja 130 SF, Eja 130 Bullet, questo è sicuramente il terzo e deciso "SI" di casa Seaspin, EJA !!!
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Seaspin
Il Buginu 55 nuota con un leggero rollio e con uno scodinzolio stretto che lo caratterizza. Ottime prestazioni di lancio nonostante le sue ridotte dimensioni, grazie al suo peso specifico ed alla sua forma aerodinamica, si rende ideale nelle situazioni dove è importante effettuare lanci di precisione per posizionare l'esca nel punto esatto prestabilito. Nei torrenti si adatta perfettamente a sondare le buche più profonde, mantiene bene l'assetto di nuoto anche a velocità elevata e controcorrente. Nelle situazioni lacustri si adatta bene a sondare le varie profondità durante la caduta e nel recupero risulta estremamente versatile, grazie alla particolare forma della sua paletta. Ideale per stimolare tutti i tipi di predatori con bocca piccola come trote, cavedani e persici. Nelle colorazioni marine si rivela efficace per insidiare piccoli predatori di branco come sugarelli, leccie stella, sgombri e aguglie. Particolarmente utile per risolvere situazioni difficili nella ricerca di spigole in zone portuali e lagunari. La forma della paletta è stata depositata come “patent P”.
<p>Il buco che “buca”!! Il nome deriva da Antonio Crasà, Totò per gli amici, componente dello staff del marchio, che ha avuto la prima idea e ha realizzato il primo prototipo di legno da cui è partita tutta la fase di progettazione e di realizzazione del modello. Con la realizzazione di questo artificiale, proprio per la sua singolarità estetica, ma soprattutto per quanto di tecnico rappresenta, si alza di molto l’asticella della progettazione delle hard bait di ultima generazione. In questo caso lo studio di progettazione esce dallo schema naturalistico d’imitazioni di colori o forme simili al reale, per andare alla ricerca di nuovi profili e superfici che siano funzionali al movimento che si voglia l’artificiale abbia in acqua. In cosa consiste dunque tutta questa innovazione? Nell’utilizzo di una forma semplice ma che ha comportato più di due anni di studi e di test per collocarla correttamente e far sì che durante il nuoto crei forze complesse che causino azioni sorprendenti: un buco. Un semplice buco che comporta però un’importante innovazione nel mondo delle esche artificiali. Un buco che genera ovviamente delle vibrazioni diverse dal normale e che, per questo motivo, sono percepite dai pesci in maniera più efficace e che causa dei comportamenti in acqua molto interessanti difficilmente confrontabili con alcun altro popper in commercio. Un progettista può immaginare immediatamente quale importanza e quali forze si generano con la presenza stessa dell’anomalia di un foro nella parte posteriore del modello. Queste forze sono create dalla forma particolare e asimmetrica delle superfici che creano il foro e che interrompono i filetti di acqua che normalmente aderiscono ai fianchi e al corpo dell’artificiale durante il recupero. Per progettare correttamente le superfici, in particolare quelle nella zona intorno al buco, chiamiamola “camera del foro”, abbiamo deciso di utilizzare dei programmi dedicati alla meccanica strutturale e alla fluidodinamica che ci offrivano la possibilità di simulare varie configurazioni relative al comportamento strutturale dell’artificiale. Le due svasature laterali asimmetriche servono, infatti, a convogliare una quantità maggiore di aria e acqua nella zona in questione e, in collaborazione con le superfici curve di battuta, creano un attrito nella parte posteriore dell’artificiale e interagiscono continuamente nel nuoto del modello. Potremmo semplificare l’azione come un freno che tra le altre cose genera un caratteristico “brivido” a intervalli regolari durante l’azione di recupero che è veramente molto interessante. Oltre a questo, l’esca una volta entrata in acqua accumula, proprio all’interno del foro, una bolla d’aria che alleggerisce la parte posteriore favorendone lo scodinzolamento iniziale. Jerkando successivamente con energia, l’artificiale crea un tubo di bollicine, che si disperde nell’acqua, decisamente superiore a quello formato dai popper normali, sia per la presenza del surplus di aria trattenuto dal foro sia e soprattutto per la forte turbolenza che si crea all’interno del complesso sistema della “camera del foro”. Altra caratteristica causata dal freno posteriore, esaminato in precedenza, è l’arresto immediato dell’artificiale quando il pescatore interrompe il recupero. L’esca si ferma come durante la pausa di un video! Un’assenza totale di abbrivio. In generale l’artificiale si può descrivere come un popper “nuotatore che durante l’azione di recupero entra ed esce dall’acqua automaticamente senza che sia necessaria nessun’azione particolare con la canna da parte del pescatore. Recuperato linearmente, o alternato a brevi o lunghe jerkate, crea un tubo subacqueo di bollicine veramente impressionante intervallato da un caratteristico “brivido” dell’esca che entra autonomamente in vibrazione a intervalli regolari. Il Toto è perfetto anche se utilizzato a strappi da fermo per rompere la superficie e creare grandi schizzi sull’acqua. Lancio? Lontanissimo. Per quanto riguarda la camera del foro, che indubbiamente caratterizza tutta l’estetica dell’esca, sono state scelte delle specifiche colorazioni metallizzate, ma non riflettenti, per creare un’alternanza lucido/opaco durante il nuoto che ha sembra dato ottimi risultati in pesca. Nei modelli trasparenti questa diversa luminosità è causata dai flash ritmici dovuti alle diverse angolazioni della lamina interna metallizzata durante l’azione di rollio dell’esca. Vista la particolare resistenza delle ancorette è dedicato in particolare a serra, lecce e ricciole ma in generale a tutti i pesci della fascia mediterranea come barracuda e tunnidi di media taglia. Il Toto 131 ha l’armatura passante e il disegno è registrato a livello europeo. <a href="http://www.cacciaepescatognini.it/5773-seaspin-toto-131.html">SEASPIN TOTO 131</a></p>
Il Mommotti 180 SS è un jerk marino che in pochissimo tempo ha riscosso un grandissimo consenso da parte dei pescatori europei. E' stato progettato per garantire lanci lunghi nelle condizioni meteo marine più difficili e flash continui durante le jerkate. Un artificiale fondamentale per il Mediterraneo. Abbiamo volutamente cercato un rapporto peso-volume che ci garantisse da una parte la gittata necessaria e dall’altra una raffinata leggerezza nel nuoto, sia nel recupero lineare che nelle jerkate, che lo rende particolarmente stabile anche in presenza di correnti laterali e letali anche nei confronti di predatori apatici. La scelta dell’armatura passante poi ha costretto ad una particolare impegno progettuale nella distribuzione interna dei pesi in tungsteno con una attenzione costante alla perfezione dell’azione di nuoto. Indicato per tutti i predatori come spigole, pesci serra, barracuda, lecce, lampughe, occhiate, ricciole e tonnetti. Per il Mommotti 180 SS l'attenzione dei progettisti si è focalizzata su quattro punti distinti: il posizionamento dei pesi interni per aumentare ancora di più la già lunga gittata dell'artificiale in fase di lancio, il leggero inspessimento della paletta come ulteriore tutela per le rotture accidentali, un ispessimento dei setti di contenimento dei pesi mobili interni e l'utilizzo della ancorette rinforzate Seaspin Très T3X. Caratteristica dell'artificiale in caduta è un leggero rollio che risulta essere particolarmente attirante nei confronti di spigole e barracuda. Le ricerche hanno portato a realizzare una leggera curvatura ventrale dell’artificiale che conferisce una maggiore instabilità nel nuoto ed è risultata particolarmente adescante nei confronti dei predatori. Azione: Recupero lento: rolling Recupero regolare: wobbling & rolling Recupero veloce: ampio wobbling Recupero “jerk”: Per stimolare l’aggressività dei pesci si consiglia di dare delle forti accelerazioni con la canna in sequenza singola o multipla, così da costringere l’artificiale a fare delle ampie sbandate. Intervallare le jerkate con pause e/o un recupero variabile. Tipo: silent slow sinking jerking minnow, long casting Ancorette: Seaspin Trèe T3X
I Ketc sono skipping lures indirizzati ai predatori più aggressivi che cacciano in superficie: ovvero pesci serra, lecce, lampughe e tunnidi in generale. Indicati soprattutto dalla primavera all'autunno, si lanciano molto lontano in tutte le condizioni meteo grazie al peso specifico elevato, e si recuperano velocemente facendoli saltellare sull'acqua. Il Ketc è adatto allo spinning più pesante e può raggiungere le maggiori distanze di lancio. Sono armati con un sistema split ring – girella - split ring, che fa le funzioni di un solidissimo assist hook, e da un amo singolo dressato. Molto utile anche come teaser per richiamare ed eccitare i predatori sono stati progettati in collaborazione con Mario Varelli.